Carabinieri

*** ATTENZIONE: QUELLA CHE SEGUE È UNA STORIA VERA, NON UNA BARZELLETTA SUI CARABINIERI ***
Oggi la mia collega Patrizia ha avuto questa conversazione al telefono con un appuntato dell’arma:

Pat: “Ho smarrito il contrassegno dell’assicurazione, in agenzia mi hanno detto che devo fare denuncia”
CC: “Sì, venga da noi in caserma”
Pat: “Posso venire io anche se la polizza è intestata a mio marito?”
CC: “Sì sì, per noi è lo stesso”
Pat: “D’accordo, allora più tardi vengo”
CC: “Ha già tutti i dati che le servono?”
Pat: “Sì sì, ho il numero di polizza, tutte le carte dell’assicurazione”
CC: “Bene. Ah, si ricordi di portare anche il contrassegno”
Pat: “Quello vecchio?”
CC: “No, quello smarrito”

(Ogni ulteriore commento da parte mia è superfluo)

Botte piena e moglie ubriaca? Con noi si può!

Sono un uomo e, anche se ormai non va più di moda, mi piacciono le donne.
Con una particolare predilezione per quelle astemie (reali, presunte o sedicenti tali): se bevono basta un bicchiere per mandarle in balla, se non bevono guidano. In un caso o nell’altro, c’è sempre e solo il lato positivo.

Consegna speciale – paccocelere1

Nelle orecchie Delivery dei Babyshambles suonata dall’autoradio della Kenwood volume 23 finestrini alzati e clima acceso, nella mente il ricordo del negozio Vans in cui l’ho sentita la prima volta, a Camden, circondato dall’old school punk style.
Poi mi sorpassa un’alfa grigia, va di una fretta assurda. Non sono il tipo a cui piace particolarmente correre in macchina, ma è più facile vedermi premere il chiodo su una strada stretta e/o piena di curve che in un rettilineo a scorrimento veloce.
E poi c’è questa cosa che proprio non capisco: come si possa avere fretta di arrivare a lavoro.

Tutti in piedi!

È nato prima l’uovo o la gallina?, si chiede il genere umano da miliardi di generazioni. Oggi, nel 2008, come già alla notte dei tempi, il problema è di mera cultura del sapere: abbiamo uova e galline che le sfornano e le covano in quantità talmente abbondante da permettere agli umani di mangiarne a sazietà senza compromettere la sopravvivenza della specie. Questo senza pensare a cosa si riuscirebbe a fare attraverso le scienze biogenetiche.
Al parziale aggiungiamo che nel ventunesimo secolo l’interesse dell’uomo occidentale trova poco riscontro in ciò che riguarda il settore primario (agricoltura e allevamento).
Si arriva dunque a porsi altri dubbi cronologico-esistenziali. Questa mattina, ad esempio, ho cercato la risposta a questa domanda: Il sedere si chiama così perché ci si siede sopra o si dice sedersi perché lo si fa sopra il sedere?

Sezione enciclopedica Randy

Come dire: aaaaaah, i cari vecchi tempi!
Le canson che scoltavino sti ani!

Anche se si va indietro a non più tardi del 2 novembre 2005, giorno del concerto dei Flogging Molly (che interessavano a me) e dei Millencolin (che interessavano (relativamente) a mio fratello). Quello che è accaduto in conseguenza di quel concerto è stato un certosino lavoro di mulo per trovare la discografia di uno dei due gruppi che accompagnavano i "big", cioè i Randy (l’altro gruppo, The Unseen, ho preferito rimuoverlo. Grazie lo stesso).

Randy è un gruppo musicale punk rock proveniente da Hortlax, Svezia, formatosi nel 1992. Si ispirano alle più vecchie punk band come The Misfits e Ramones. Finora hanno pubblicato sei album. L’ultimo album si intitola Randy the Band. I Randy sono stati scaricati dalla Burning Heart Records e sono attualmente in cerca di una nuova etichetta.
(Traduzione da Wikipedia in inglese. Il lemma è articolato come un tema di prima elementare, con una sfilza di pensierini soggettopredicatocomplemento apparentemente scollegati fra loro se non per l’argomento in comune. Per informazioni più dettagliate visitare Wikipedia in svedese).
La sostanza è che questo gruppo che fa un punk rock molto old school a me piace parecchio.
E questa canzone, Summer of Bros, la trovo molto positiva e molto estiva. Certo, per quanto estiva può essere un’estate in Svezia…

In cerca della propria identità sessuale

Ognuno di noi, uomo o donna che sia, ha un proprio lato maschile e un proprio lato femminile. Questo almeno a quanto dicono gli psicologi, ma sembra proprio che abbiano ragione. A parte il corpo, che è evidentemente un corpo maschile, l’identità sessuale di un uomo (eterosessuale) vede prevalere il suo lato maschile più o meno nettamente su quello femminile; una donna viceversa. In ogni caso un uomo ha il proprio lato femminile, che si palesa in alcune circostanze.
Il mio lato femminile, ad esempio, viene fuori quando parcheggio.

Io, me e la crema solare

Come ho già scritto in precedenza odio le abbronzature e vado fiero della mia pelle chiara.
Ma.
Ma il Veneto sarà anche nel nord Italia, ma certo non è a nord del mondo, quindi in estate il sole picchia e brucia, anche se non sei al mare.
E quindi capita che, se partecipi a un torneo di calcetto organizzato nelle dodici ore più calde della giornata in un dì senza nuvole e se per guardare le partite degli avversari non puoi piantare una serie di ombrelloni in giro per il campo, a fine giornata ti rendi conto di esserti ustionato le braccia, il collo e il viso.
Io ho il problema che non esco mai con l’idea di prendere il sole, non vado mai in piscina né al mare, quindi la crema solare è una perfetta sconosciuta. Figurati se quella volta ogni cinque anni che la dovrei mettere mi passa anche solo per l’anticamera del cervello che esiste una lozione chiamata volgarmente (cioè dal volgo, popolo) crema solare da spalmare sulle parti del corpo esposte alla luce del sole di una calda (e fortunatamente non afosa) giornata d’estate.
La sostanza è che ora ho le braccia mezze bianche e mezze rosse fattore antiestetico 12. Al torneo non ho potuto partecipare attivamente a causa di uno stiramento del quindicipite destro. Siamo stati la squadra peggiore di tutte, con 0 punti (come altre tre) 1 gol fatto (nessuna così pochi) e 21 gol subiti (nessuna così tanti) in quattro partite.
Chissà come sarà contento lo sponsor…

Sportivamente full of work

Ce li avete presente quei blogger (tipo me, ad esempio) che scrivono i loro post ritmici per il primo periodo, poi cominciano a scantonare, poi stanno per mollare, poi si dimenticano di avere un blog per mesi, e poi un bel giorno di vacanza ti scrivono un post dicendo scusate ma sono troppo sotto con il lavoro, non vi ho dimenticati, vi voglio bene, il blog langue, buuuu quanto mi dispiace siete rimasti senza i miei sproloqui per dodici lunghi anni, siete ancora vivi?
Comunque sono contento che, nonostante la pressione di questa settimana (che mi ha portato ovviamente lontano dal blog, se no quest’intro non avrebbe senso (ma c’è qualcosa qua dentro che ce l’ha?)), sono riuscito a fronteggiarla col buon umore. Dev’essere l’aria di una nuova stagione calcistica che comincia con fantastici entusiasmi, con un allenatore nuovo e, almeno ai microfoni, fora come un balcon. Contare i giorni alla prima amichevole, poi alle amichevoli più serie, alla Supercoppa, al campionato, alla Champions League. Pare impossibile, ma ogni rancore coltivato nei confronti della mia squadra del cuore fino a maggio poi in estate sparisce, e torna l’entusiasmo di provare a farcela.
Che romantico, eh?

E soprattutto, che sia plausibile che il mio buon umore sia dovuto all’inizio della nuova stagione?!

Fine sociologia d’accatto sul gerundio e il retaggio psicologico dei popoli

La declinazione del gerundio non è solo parte della grammatica di una determinata lingua. A volte può comunicare sfumature sulla mentalità del popolo che parla quella lingua. Tralasciando i gerundi banali tipo italiano (-ndo), spagnolo (-ndo) o inglese (-ing), altre lingue hanno una costruzione più articolata di questo tempo verbale.
In veneto il gerundio si compone usando “eser drio” prima dell’infinito. Ad esempio: “Cosa sito drio fare?” “Son drio magnare” “E to fradeo, galo finio o’l xe ancora drio magnare anca lu?” “No, lu’l xe xa drio fare el rasentin”, che, traslitterandolo parola per parola in italiano, si può trascrivere: “Cosa sei dietro fare?” “Sono dietro mangiare” “E tuo fratello, ha finito o è ancora dietro mangiare anche lui?” “No, lui è dietro fare il (ehm… rasentin credo sia intraducibile)”, tutto che ovviamente significa “Cosa stai facendo?” “Sto mangiando” “E tuo fratello ha finito o sta ancora mangiando anche lui?” “No, lui sta bevendo un grappino dopo il caffè”.
In sostanza un popolo che per lingua ogni volta che fa qualcosa si sente sempre indietro, si trova poi con la necessità psicologica inconscia di lavorare arduamente notte e giorno per raggiungere gli altri. Se i veneti non fanno altro che lavorare è quindi per il loro gerundio che li tiene sempre distanti dallo standard degli altri popoli.

Anche i francesi subiscono fortemente l’influenza del loro gerundio. Per comuncare che stanno mangiando dicono “Je suis en trein de manger” ovvero “Sono in treno di mangiare”. Non sorprende che abbiano inventato il TGV.

Tutti al mare (a mostrar le chiappe chiare)

Ogni anno appena arrivano i primi weekend caldi la gente fila al mare, e chi ha un blog presumo che puntualmente, se non nel titolo, questa frase la pubblica.
Io arrivo in ritardo perché, anche se il caldo si è fatto aspettare, questo non è sicuramente il primo fine settimana di mare per gli italiani – né per i veneti – e per giunta pubblico un blog con un titolo scontato, banale, insulso e ridondante.
Ma a un titolo decisamente non originale corrisponde un post poco in linea con le tendenze dell’ultimo secolo, fuori moda, che ben pochi nel 2008 condividerebbero (o almeno, credo sia fuori moda a vedere Carlo Conti, ma io di mode non ci capisco proprio niente).
Beh, ecco, io sento molto il fascino gotico della pelle nordica. Mi piace vedere la pelle chiara (ma non color morte, si intende) sfolgorare sotto un sole timido. Il candore intonso di un corpo non divorato dal sole.
L’altro giorno Sara è arrivata che aveva un vestito a fiori è una pelle bianca come non l’avevo mai notata. Considerando che suo marito già è di carnagione scura, in più è abbronzato in una maniera, la differenza d’impatto è grandiosa.
E Sara era bellissima.
Wow.

(Quanto a me, neanche quest’anno andrò mai al mare… ferie spalmato sul divano al fresco di un climatizzatore (ma non Mela))

Different effect

Oggi ho risentito Mika in radio, con la sua Grace Kelly.
Quando, l’anno scorso, ascoltai l’album, subito molte delle sue canzoni mi ricordarono questi individui qua:

Ebbene sì, i Cartoons.

La cosa buffa è la differenza d’impatto che hanno avuto con il grande pubblico: i Cartoons erano dei poveri dementi vestiti da deficienti, Mika l’eunuco gay di tendenza.