Col dito medio alzato

Li avevo lasciati (no, è più corretto dire che li avevo tralasciati un po’) nel 2005 o giù di lì, quando avevano deciso di separarsi; li avevo lasciati lì, in quella corriera, il gatto López con il dito medio alzato verso il mondo. Poi, in questo periodo un po’ triste sono ritornati prepotentemente a farmi compagnia, a tirarmi su di morale con le loro canzoni dai testi cupi e disgraziati ma con melodie dall’allegria contagiosa.
Gli Ska-P, quelli che in Spagna le ragazze per bene si scandalizzano se citavo le loro canzoni, quel ricchissimo vocabolario di parolacce e imprecazioni in spagnolo che non ho potuto che fare subito mio. Di pessimo avevano che erano comunisti, ma si sa, i comunisti sono troppo più bravi nella musica e nell’arte.
Rientrano nella mia vita proprio ora che (oltre ad averne bisogno) si sono riuniti e hanno in programma un nuovo album e un nuovo tour.

La mia canzone preferita era (ed è) "Eres un@ màs", e questa mattina in macchina l’ho gridato con tutta la mia voce, e il significato di questa frase non è l’ho mai sentito dentro di me come oggi, FUERA DE AQUÍ, NO QUIERO COLABORAR CON ESTA MIERDA DE SOCIEDAD.

Come Legge di Muphy vuole…

Novità dall’ufficio: i climatizzatori Mela se ne stanno andando, e con loro il vecchio inefficiente impianto. Ergo –> i climi novi i pompa fredo a manego!
Peccato che l’operazione è stata eseguita a fine estate, quando la loro impellente necessità se n’è già andata insieme agli ultimi, svampitissimi caldi. Arrivano con abbondante anticipo per l’inverno, invece, quando le mie colleghe superfreddolose mi ammazzeranno coi loro 35°C sparati da un clima nuovo nuovo per tutto l’inverno, constringendomi fra l’altro a numerose broncopolmoniti causate dagli sbalzi termici.
E, più ovvio che mai, come Legge di Murphy vuole, dopo gli abusi invernali a maggio i climatizzatori esploderanno, giusto in tempo per un’altra estate torrida.
È facile essere profeti.

Post n. 42

E xera ora!!!
Deso che anca me fradeo ga el blog no podevo mia spetare de metare sti benedeti link. Ghi no xontà un fià, se ghin manca cualcheduno diximelo, mi go el serveo sbuxà e bruxà…

Oh, comunque ora che ci sono i link sembra tutto un altro blog o no?
(A me pare di no… comunque…)
Deso manca solo che sistemare la grafica… ciamelo poco! (Vedemo se ghe rieso a lavoro, cusita no spreco tempo bon)

9″69 + 19″30

Ma la cosa che (finora) mi è piaciuta di più di queste Olimpiadi (e quel ma dovrebbe essere seguito a un lungo elenco di cose-persone-avvenimenti che mi sono piaciuti, cosa che potrei anche fare ma non vedo il motivo di annoiare la gente in un modo così drastico, e poi era un modo carino per cominciare il post) è quel matto sbruffone di Usain Bolt. Quello che ieri ha vinto i 200 battendo un record del mondo vecchio di dodici anni. Quello che qualche giorno fa nei 100 ha vinto con record permettendosi di camminare sul traguardo, di guardarsi indietro, di allargare le braccia, di battersi la mano sul cuore, e ancora un poco ci mancava che si facesse pure un caffè.
“E guardate con che sufficienza va a battere questo record”, disse il telecronista italiano.

Io da piccolo amavo la Jamaica. Per via di Quattro sotto zero, per farla in breve. Il film dei quattro bobbisti jamaicani, chi non l’ha visto? E anche se la Jamaica è troppo calda per me e il mio più grande amore è l’Irlanda, la Jamaica (e i jamaicani) (scusate se uso la j ma mi piace di più che con la “gi”) rimane sempre nel mio cuore.
Ora, per dirla come i Gialappi, Usain Bolt è il mio idolo incontrastato.

Comunque non so se avete mai visto una partita di calcio con telecronaca di Mario Mattioli. In caso contrario non vi siete persi niente, sarebbe in grado di far diventare noiosa una partita con dodici gol e un milione di giocate alla Messi. Penso che potrei essere meno noioso persino io!
Però quando racconta la boxe… wow… diventa un fenomeno!

Siamo alla frutta. Anzi, no.

Sono spesso sottostimato da chi porta o prepara dolci alla frutta. Il motivo è semplice: molti frutti non mi piacciono. La dissetante anguria, il succulento kiwi, la morbidosa albicocca… pussa via tutto!
Ad esempio mia mamma quando in primavera fa la mousse si sente da me molto limitata perché non può farla né alla pesca, né all’albicocca, né a molti altri frutti. Diciamo: solo a fragola, ciliegia e prugna.
Poi ci sono frutti che in sé mi piacciono, ma sono troppo laboriosi da mangiare. Tipo l’uva, i suoi acini piccolini con quei maledetti semini che non riesco proprio a mangiare perché mi danno una schifosa sensazione in bocca. Io l’uva la mangerei anche, ma non voglio ogni volta improvvisarmi allegro chirurgo per venti minuti per mangiarne un grammo.

Ieri nel pieno di una crisi maniaco-compulsiva stavo riflettendo sul fatto che più o meno tutti i frutti che conosco al loro interno hanno il seme: lo ha la ciliegia, l’uva (come detto), il melone ne ha una vagonata enorme, la pesca ha il nocciolo… ma la fragola? Dove sono i semi del mio frutto preferito?!
Che delusione scoprire che la fragola non è neanche un frutto! 🙁
Cioè, dal punto di vista alimentare è considerato tale, perciò se io mangio una fragola posso dire di mangiare un frutto. Però non lo è dal punto di vista botanico, il che annulla a mio parere tutti gli altri punti di vista più o meno fantasiosi.
Quella patacca tanto buona che noi chiamiamo fragola è semplicemente (e se fosse veramente semplice non copierei pari pari da Wikipedia) il ricettacolo ingrossato dell’infiorescenza della pianta. Il frutto invece in realtà sono gli acheni, quei microscopici insignificanti semini bianchi che ammorbillano il pataccone. Debbo pensare che ancora più microscopici all’interno degli acheni ci siano i semi della fragola? Ma sono così piccoli? Non c’è un’anima pia che si intende di botanica e mi risponde, per favore? 😐

(Comunque se il mio frutto preferito non è un frutto almeno si spiega la mia avversità nei confronti della frutta).

Post n. 39

È stata dura realizzare questa immagine.

No, non è vero, basta andare su images.google.it e cercare "chiuso per ferie", vedi una pagina solo di questi cartelli.

Sarà par ferie, dunque.
No no, no son mia drio parlare de la me dita. Cioè, son drio parlare anca de cuea, ieri go pasà le me ultime oto ore de lavoro prima dele clasiche ferie d’està.
No son mia drio parlare gnanca del blog, anca se, ve digo, no ste mia a contare su un straripamento de post. Spero de lexare un fià de libri boni, invese, e no saria un pecà se fusi bon a no xugare a Travian tuto el dì.

Ogni estate, anche se lo sai che va così e te lo aspetti, perché quando parti per quel negozio parti col dubbio se sarà aperto o no, ogni estate però fa uno strano effetto perdersi la briga di andare in un posto e, arrivato lì, trovare tutto sbarrato e un cartello (spesso brutto come quello di qua sopra) con scritto "Sarà par ferie", "Chiuso per ferie". Sa un po’ di desolato, di desertico, ricorda vagamente un’epidemia o una guerra che costringe la gente a spostarsi in massa verso altre lande. Un grande esodo, come. E lasciarsi tutto lì, dietro le spalle, chiuso.
Chuso per ferie.

No, il cartello si riferisce al mio cervello. Chiuso per ferie. E non so dirvi fino a quando.
Si prega di avvertire nel caso lo vedeste riaperto. Grazie.

Il complesso problema delle password (o delle domande ridicole)

Suona come una parolaccia, in realtà tutti i marinai che navigano in internet sanno che FAQ è una sigla che sta per Frequently Asked Questions, cioè Domande frequentemente domandate… insomma, Domande frequenti.
Mi sono sempre chiesto (non è vero, non me lo sono MAI chiesto) quali sono le domande che l’utente Microsoft medio (UMSM) si pone più spesso. Ad esempio:

  1. Perché il computer si blocca?
  2. Perché il computer si spegne a casaccio?
  3. Perché il sistema operativo non si avvia?
  4. Perché ogni sei mesi devo chiamare il tecnico a formattare l’hard disk?
  5. Perché Word non funziona?
  6. Perché non funziona neanche Excel?
  7. Perché non funziona nemmeno Access?
  8. Perché funziona solo Power Point?
  9. Cos’è questo coso che in Windows Vista chiamano Pannello di controllo?

… e così via.

E poi ci sono le domande che sgorgano dal proprio intimo, quelle che si rivolgono alla graffettina (sta maledetta) che invade lo schermo ogni volta che vuoi scrivere una qualsiasi menata.
In realtà il gioco è un gioco al ribasso. L’UMSM parte già da standard bassi (altrimenti cambierebbe sistema operativo e non userebbe più sofware di Bill Gates), e l’uso di prodotti Microsoft non fa che abbssare ancora di più i suoi standard operativi: una sorta di reazione a catena, due ciechi che si guidano a vicenda per finire inesorabilmente nel fossato.
E così, dopo secoli di dominio microsoftiano, le domande frequenti dell’UMSM finiscono per rasentare l’assurdo. Quella che più frequentemente chiedevo io un tempo alla graffettina demente era: Come si fa a stampare senza stampante? e al cospetto di quelle odierne sembra uscita da un laboratorio scientifico (anche perché è lapalissiano che non la domandavo seriamente).

Oggi, invece, gironzolando fra le pagine degli Account Windows Live noto che la prima FAQ dell’UMSM del 2008 è la fatidica: Come faccio a creare una password complessa?

Scusate se piango.

Ti voglio tanto bene (ma la bellezza resta comunque soggettiva)

Per molti della mia generazione il primo album punk (o quello che li ha fatti avvicinare al genere) è stato Dookie dei Green Day. Per me è stato quello dei Naftalina, Non salti come me… T.V.T.B.
Un momento, non offendiamo il genere. I Naftalina non è che erano esattamente un gruppo punk. Suonavano un sottogenere definibile "bubble-gum punk", ovvero un punk gommoso e fluorescente uscito dal mondo delle Big Bubble, dai colori oscenamente vivaci. Difatti i capelli di Peter, non erano biondi ma gialli, mentre quelli di Klary di un rosso acceso e innaturale.
Di loro, oltre ai mitici insulsissimi testi che persino un cantante dello Zecchino d’Oro definirebbe troppo infantili, ricordo la voce oscena del cantante giallo e quella soave di Klary, che sembra dirmelo, come nella canzone, "a me piace così".
E poi c’era Pinna, mitico batterista, che ora suona in una band un po’ più longeva, The Hormonauts.

Leggevo, tanto tempo fa, recensioni sul loro album. Una diceva, con fare da dio in terra, che la più bella canzone era I negozi del centro, traccia numero 6, e io che ero ancora piccolo non capivo perché era quella la più bella se la più bella era già (eletta democraticamente da me) Ignoro, traccia numero 8 (a cui seguiva la canzone più stupida che sia mai stata scritta, Placca, l’unica canzone-spazzolino della storia umana).
Poi sono cresciuto, i Naftalina (sebbene abbiano chiuso baracca dal 2000) mi piacciono ancora e non ho ancora capito come possano gli "esperti" stabilire per me cosa è bello e cosa no.