E svegliarsi la mattina (di ieri / di oggi / di domani? / fino a quando…)

E svegliarsi la mattinaaaaaaa… tu turu turu tuttu…
Siete sintonizzati su Radio Maria Vergine e questi erano i Presenza Scenica Zero Assoluto.
Li ho ribattezzati così perché, anziché tentare di equilibrare con esibizioni spettacolari la pochezza delle loro canzoni, salgono sul palco e (al manco i sonase!) cantano seduti abbarbicati ai loro scagni come due vecchi decrepiti.

Ma a parte questo, amo svegliarmi la mattina alle sette meno un quarto di un 24 novembre 2008 a caso, vestirmi, alzare la persiana e vedere che tutto è ricoperto di un sottile strato bianco di snoooooooooooooow!!!
Eh, sì, amo la neve 🙂
Peccato che a parlarne con l’adultame mi sento decisamente in inferiorità numerica. Ieri, ancora entusiasta per i campi bianchi ammirati durante il tragitto verso l’ufficio e ancor più estasiato nel constatare che la neve continuava a cadere senza permettere alla pioggia di prevaricarla, ho espresso al capo la gioia che la neve mi dà. La sua risposta, decisamente più gelida della temperatura, è stata qualcosa del genere: "Sì, anch’io amavo vedere la neve cadere quando avevo dodici anni".
Per la serie: Cresci, bimbo, devi considerare la neve secondo precisi calcoli macroeconomici: MOLTIPLICANDO il fattore negativo s.n.o.w. PER la variabile lineare di altitudine FRATTO l’identificativo settoriale dell’azienda MENO il coefficiente standard di disagio del traffico dei mezzi pesanti PER il coefficiente progressivo di disagio del traffico che coinvolge i tuoi colleghi il tutto ELEVATO bla bla bla bla, insomma, la neve sarà anche bella, ma è una fregatura per chi non lavora in una stazione sciistica. E noi non lavoriamo in una stazione sciistica. E neanche in una struttura turistica a essa collegata. E in ogni caso se nevica può e deve farlo solo in montagna (o in Norvegia). Quindi devo crescere e bla bla bla e pensarla in modo diverso bla bla bla e vedere bla bla bla certo certo…
E finché questi discorsi me li fa il capo posso anche sopportare in silenzio. Ma poi salta fuori l’ultimo degli impiegati che dice con tono mesto che domani (oggi, ndb) il meteo mette sereno, quindi non piove, sob, e io invece dico yuppee, è più bello se la neve si scioglie piano piano col sole, e lui mi va in paranoia perché se non piove la notte giacchia e le strade bla bla bla, e io dico che ormai le strade sono sgombre e asciutte, ma quale ghiaccio… bah!

Mi si consenta, io odio pensarla così. Amo vedere la neve che cade, amo ammirare il mio mondo ricoperto di bianco brillare sotto il sole. E chi se ne frega se poi il traffico si ingorga? Lascia che si blocchi tutto, chi se ne frega, c’è la neve, chi se ne frega di tutto il resto?!

E comunque stamattina il tempo mi ha riservato un’altra bella sorpresa: le preghiere degli adulti responsabili non sono state esaudite: nulla è piovuto a portarsi via la mia neve, e questa mattina mi sono svegliato e la distesa bianca, anche se più sottile, c’era ancora 😛

a + r = 25

Scrivo questo post ma sono troppo eccitato e non so da dove cominciare.
Comincio dal nuovissimo Teorema della Guinness appena pronunciato secondo cui a + r dà 25 (euro).
25 (venticinque) euro per andare e tornare da Dublino con Ryanair, venticinque euro e sei lì, a Temple Bar, a bere la birra più buona del mondo nel punto del mondo in cui il suo gusto sfiora il divino.
Troppo bello per essere vero, dico sabato pomeriggio in chat con Valeria. Lascio perdere perché ci vado a fare cosa in Irlanda a gennaio da solo al freddo e al gelo? Ne parlo quasi per sbaglio con qualche amico sabato sera al ristorante e la Sefora (che ama la buona birra quanto e forse più di me) mi si illumina d’immenso, guarda suo marito implorando con gli occhi "Andiamo?" e lui "Ovvio che ci andiamo!", e così decidiamo di andarci tutti. 25 euro, due sere, e chi se ne frega. Ci diamo conferma domenica. Chiedo anche alla Silvia se vuole venire con Icio e la Francy: certo che vuole venire! Chiedo alla Valeria: c’è anche lei. Siamo in tredici da qua più mio fratello da Londra, ma lui si arrangia.
OK, ragazzi, ora si tratta "solo" di comprare sti biglietti.
No go schei! 😐 25 x 13 = 325, 325 euro, e chi ce li ha? Mamma, ce li hai 325 euro nel conto corrente? Seeee va là! Io? Sì, io sì (ma solo perché ho appena preso busta), ma la carta di credito ricaricabile Visa Electron (così si risparmiano 5 euro… che sparagnin!) è legata al conto corrente suo. Vabbè, che problema c’è? Basta andare in centro, prelevare 325 euro dal mio conto, versarli nel suo tramite lo sportello automatico dei versamenti, andare a casa, effettuare la ricarica della carta e comprare i biglietti sperando che non abbiano alzato i prezzi (perché, n.b., mi è già successo una volta di guardare la mattina e c’era un prezzo e il pomeriggio quando mi sono appropinquato a comprarli erano aumentati di 30 euro) perché se no salta tutto, che cavolo!
E invece no. I versamenti non funzionano. Funzionano sempre, quando non servono, ora che ne ho disperato bisogno (disperato? Sarò mica alcolizzato?!?!) invece non vanno. Porca miseria! Mamma, domani mattina va in banca, per favore, va in banca e e versa sti benedetti soldi che ho troppa caga che mi tirino su il prezzo stasera, figurati domani.
Mattina di oggi porto la carta di credito a lavoro, non si sa mai. Mamma spicciati con la banca… sto in ansia due ore e poi mi contatta su gTalk e mi fa: "Carta di credito non attiva" "Coooooosa?!?!?!" "Il servizio telefonico dice che non è attiva" "Mamma sei già andata in banca?" "No" "Filaaaaaaa!" Mamma parte per la banca. Passano le ore, giorni, mesi anni generazioni secoli millenni ere geologiche… Non nella sede centrale a Roma, mamma, va bene anche l’agenzia qui in centro!!!
E poi, finalmente, quando i capelli mi sono diventati tutti bianchi e con la barba pulisco il pavimento, "Sono tornata dalla banca, la carta è attiva" "Ricaricata?" "No" "…" Comincia a crescermi l’edera su per le gambe. "Fatto" Evvai! Ora sito di Ryanair e preghiamo in samoano che che non abbiano alzato quei prezzi.
A + R, Treviso, Dublino, 28 gennaio 2009, 30 gennaio 2009, Adulti: 11, Minori di 16 anni: 2. Invia. 315,51. Cosa vuol dire? Prendi la calcolatrice, 315, 51 diviso 13 quanto fa? 24,27. Non ci credo. Rifaccio. Prova del nove. Prova del dieci. Prova dell’undici. 24,27. 24,27 < 25 euro, giusto? Ci siamo? Invia. Scrivo i nomi, tredici nomi uno in fila all’altro. Check-in on line. Assicurazione di viaggio non richiesta. Invia. Dati della carta di credito. Invia. Si prega di attendere, potrebbero passare 45 secondi.
1
2
3
4
5
Dai non ci ha mai messo così tanto.
8
9
10
12
36
45
Ti prego funziona funziona funziona…
92
144
422
"Allora, ci sei riucito", fa mia mamma.
2.018
6.124
16.002
"Attendo conferma"
99.556
13.456.328
CONFERMATA
Evvai, non ci posso credere! Ce l’ho fatta! Ce l’abbiamo fatta! Guinness, arriviamoooooooo!!!

Musicanti in London VII

Ho sempre ammirato, per non dire amato, i musici che si incontrano nelle stazioni o per le strade delle grandi città. Uno dei miei sogni per quando sarò grande è quello di girare il mondo con il mio violino e vivere dei soldi che la gente getta nel mio cappello (sogno irrealizzabile perché col violino sono una frana, chiamiamolo piuttosto un’ispirazione pittoresca per il futuro di un altro me).
Solo che ultimamente anche loro si stanno allineando al decadimento della musica più popolare (che sarebbe, per intendersi, quella delle multinazionali). Ricordo con nostalgia che un tempo si incontravano suonatori di violino, arpa, fisarmonica, clavicembalo a fiato, e chi suonava la chitarra arrangiava virtuosismi o lo faceva per accompagnarsi in una canzone cantata con viva voce. Ora si sono modernizzati e quasi tutti usano metodi di amplificazione elettronici e, ahimè, basi musicali in cui confondere il proprio strumento, cosa che mi fa passare del tutto la voglia di lasciare qualche p nel loro cappello.
Le pochezze peggiori però le ho sentite ieri: un chitarrista ha attaccato non la base ma direttamente l’originale di una canzone dei Beatles (con tanto di voci dei Beatles), tanto che mi chiedo se la chitarra dello sprovveduto suonasse veramente.
E, cosa ancor più terribile, mi sono imbattuto in un musicante che suonava (su una base) con il metronomo attaccato. Nauseato e allibito, ho cercato di ignorarlo brutalmente andandomene via di fretta e senza dedicargli nemmeno uno sguardo, ma quando è finita la canzone ho sentito (squallore!!!) i tac tac tac tac ritmici del metronomo raggiungermi e disperdersi desolati tra in cunicoli del Tube.
Lì quasi mi veniva da piangere 🙁

Il bello del calcio è tifare

Il bello del calcio è tifare. Ovviamente al primo posto c’è l’Inter, ma è quasi inevitabile che in una partita che non riguarda l’Inter tifi la squadra che mi sta più simpatica, quella che gioca meglio o semplicemente quella che ha la maglietta più carina. A questo naturalmente fa eccezione Juventus – Milan, in questo caso tifo per gli alieni o prego che un asteroide piombi in mezzo allo stadio.
Sabato pomeriggio io e Simone ci siamo infiltrati fra i tifosi del QPR (Queen’s Park Rangers, per chi non lo sapesse (una squadra di Championship, per chi non lo sapesse (che sarebbe la “Serie B” inglese, per chi non lo sapesse))) prima nel pub dei tifosi (vietato l’ingresso a chi non ha il biglietto per la partita), dove abbiamo fatto la conoscenza di un vecchio zoppo che mostrava a chiunque gli passasse vicino un miglio i suoi due bicchieri da mezza pinta, uno contenente birra e uno contenente whiskey (inutile dirlo: era stracarico), e raccontava di saper dire “Sei bella” in sixteen different languages (fra le quali probabilmente il normanno occipitale inferiore e la lingua degli alieni di cui sopra), poi allo stadio, Loftus Road, settore X, riga Q, posti 186 e 187.
Del QPR sapevo solo che esiste, che è di Londra, che ha la maglia a strisce orizzontali bianche e blu (bellina) e che è di proprietà di Ecclestone e Briatore (i quali, a giudicare da come gioca, potrebbero anche ingegnarsi di spendere qualche soldino in più). Di colpo ci siamo ritrovati a tifare ed esultare per il gol di una squadra da sempre nel limbo della nostra più totale indifferenza, nel quale probabilmente rimarrà per le prossime dodici ere glaciali.
Ma il bello del calcio è che (quasi) ogni partita in un modo o nell’altro ti fa battere il cuore.

(Per la cronaca, abbiamo vinto 1 – 0 contro un Cardiff City per settanta minuti in dieci che ha giocato peggio di noi (ma noi chi?!?!))

Alluci-Microsoft

La posta su hotmail non l’ho mai usata, ma purtroppo spesso mi arrivano messaggi in questa casella perché il mio account MSN si appoggiava a quell’indirizzo. Qualche giorno fa ho scritto un messaggio a tutti gli amici chiedendo di eliminare dalla loro vita quell’indirizzo email e ho ricreato un nuovo account con una casella di posta che mi garba di più.
Stasera ho avuto l’ispirazione di andare comunque a vedere se qualche sventurato ha osato ancora scrivere sulla casella hotmail, quand’ecco che mi sono imbattuto in una schermata variopinta che annuncia leggere modifiche all’aspetto della mia Posta in arrivo. Non che me ne freghi più di tanto, dato che è Microsoft e di conseguenza la odio. Ma vado a leggere e fra le note in piccolo a fondo pagina qualche dipendente allucinato ha scritto sta roba qua:
Lo spazio di archiviazione di Windows Live Hotmail è stato progettato per crescere insieme a te, a ritmi ragionevoli. Ciò significa che lo spazio a disposizione è tantissimo, a meno che tu non desideri improvvisamente archiviare tutto il pianeta Giove su Hotmail. In questo caso riceverai un messaggio in cui ti verrà chiesto cortesemente di non provare a archiviare pianeti su Windows Live Hotmail (sebbene l’archiviazione graduale di lune e asteroidi sia consentita).
Incommentabile, anche perché la Microsfott non ha mai avuto senso dell’umorismo se non per prendere in giro se stessa nei vari messaggi durante l’installazione dei sistemi operativi.

Domani parto per London VII (niente di strano, è solo a indicare che vado per la settima volta a Londra), cinque giorni senza la benedizione del mio capo (ma me ne farò una ragione, francamente). Ho comprato il k-way super impermeabile di materiale tecnico del valore commerciale di 90 euro (ma comprato a 30 perché sarebbe estivo e siamo a novembre (ma l’ho comprato a fine ottobre, a essere sincero)) quindi sono teoricamente a prova di pioggia. E siccome a Londra pioverà sicuramente, sono eccitato all’idea di testarlo e finalmente indossare qualcosa che funzioni.
Insomma, sto impermeabile sta diventando la mia ragione di vita… staremo a vedere… Buon viaggio, Giosp!