Giornata Internazionale della Demenza

Non so se è l’atmosfera creata dall’imminente partita dell’Olanda a spargere nelle menti e nei cuori della gente i deleteri effetti della droga, non so se è per colpa delle recenti piogge acido-gastriche o è la luna a provocare strane maree agli ormoni della deficienza, fatto sta che tutto sembra indicare che oggi, nove giugno duemilaotto, sia stato proclamato Giornata Internazionale della Demenza.
A cominciare dalla strada: gente che per svoltare dimentica di combinare al giro del volante un sapiente uso dei pedali e finisce, per inerzia, col piantarsi proprio davanti a me; gente che mette la freccia a destra per accostare a sinistra e gente che mette la freccia a sinistra per accostare a destra; un camion che frena a casaccio in una curva di due gradi. Per proseguire, a lavoro, con dirigenti che propongono contratti demenziali.
Trovo che correre in macchina nelle ore lavorative, soprattutto se non si è tenuti a farlo, sia da dementi. Quando esco per lavoro mi trasformo nel più ligio dei cittadini rispettando tutti i limiti di velocità con uno scarto del 10% in negativo e regalo precedenze a destra e a manca, ma soprattutto ai poveri e ai buoni di cuore. Ammetto che, però, quando incontro una salita tutta curve e senza traffico mi piace da matti correre con le marce basse e sentire il motore divertirsi come Dio comanda. Come quella volta al Pian delle Fugazze, una strada stretta e deserta fra le montagne venete e trentine che non ha un metro in rettilineo, o come oggi in Priabona. Cose che con la mia macchina invece difficilmente mi azzarderei a fare, primo perché un’Idea 1.3 da 70 cavalli non si presta a questo tipo di guida, e secondo perché spero che mi duri ancora mooooooooolti ma molti anni. Con una Punto smarsia dell’azienda sento di poterlo fare.
Poi, per risarcire i conti con l’ambiente, mi sono fatto tutto il ritorno in folle (tanto i freni non sono miei).